L’insorgenza e la diffusione del Covid-19 sta generando il
progressivo mutamento delle relazioni sociali e a lungo influenzerà
i nostri sistemi culturali, sociali, politici ed economici.
Niente
sarà come prima, o forse lo sarà, con un’enorme riserva di
diffidenza tra noi tutti.
Un
momento critico come quello stiamo vivendo, pone ogni nostra
sicurezza in subordine allo stato di insicurezza che attanaglia la
nostra quotidianità.
Una
quotidianità omologata e omologante, fatta di stereotipi tal volta
disumanizzanti, che sovente contribuiscono ad alienare ogni nostro
sentimento.
Cambierà
la nostra quotidianità, fatta di consuetudini delle azioni, sovente
caratterizzate dall’inconsapevole ripetitività, ereditata dalla
società industriale e rafforzata dalla società della comunicazione.
Stiamo
conoscendo una nuova dimensione relazionale, che distanzia gli
individui, allontanandoli fisicamente.
Contestualmente
riflettiamo sul trauma emotivo che affligge Noi tutti e, nella
speranza di trovare un rimedio a ciò, palesemente ci prepariamo a
vivere nella dimensione di un male visibile provocato da un attore a
noi invisibile.
Gli
spazi della socializzazione si sono improvvisamente ampliati
Noi,
in preda allo shock psicologico, ci ritroviamo a ripensare il Mondo e
in questo alla nostra presenza.
Noi
la chiamiamo vita.
La
vita che per lungo tempo abbiamo considerato un bene tanto prezioso
da conservare ad ogni costo, anche al costo dell’azzardata sfida
agli ecosistemi del nostro Pianeta.
La
vita in questo momento è massimamente fragile e contestualmente
risulta essere difficile comprendere che proprio in questo preciso
momento dobbiamo agire e ripensare Noi stessi, mettendo da parte ogni
qualsivoglia forma di egoismo, di protervia e di estremo egoismo.
Occorre
tutt’altro: la solidarietà, la collaborazione, la condivisione dei
beni e della conoscenza.
Occorre
ripristinare il mutuo soccorso, perché ognuno di noi avverte il
pericolo. Quel pericolo che oltrepassa ogni confine geografico, senza
distinzione alcuna.
In
questo particolare momento della nostra Storia, nostro malgrado, ci
ritroviamo a conoscere una fase negativa della Nostra esistenza, che
ci priva della libertà fisica e, se saremo bravi e capaci, potremo
riconquistarla facendo tesoro degli errori finora commessi.
È
accaduto in altre tristi circostanze, come nelle precedenti pandemie
e nei conflitti tra i popoli.
Lo
sforzo maggiore che dovremo fare, è quello di ripensare Noi stessi
per poter ricostruire l’intero sistema relazionale: se questo non
dovesse accadere, i tributo che pagheremo sarà enorme, rinunciando
all’amore, all’amicizia, al lavoro e ad ogni altro elemento
psicologico e culturale che possa contribuire a mantenere equilibrata
l’Identità individuale e collettiva.
Il
momento è critico e pone ogni nostra sicurezza in subordine agli
stati di insicurezza che attanagliano la nostra quotidianità.
Una
quotidianità omologata e omologante, fatta di stereotipi talvolta
disumanizzanti, che sovente contribuiscono ad alienare ogni nostro
sentimento.
Soltanto
un intenso Viaggio introspettivo potrà darci una risposta.
Soltanto
un intenso Viaggio introspettivo potrà forgiare in Noi una
soluzione.
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